Vai al contenuto
02/01/2011 / legsenigallia

I nuclearisti all’attacco

di Stefano Canti

Berlusconi ad inizio 2010 aveva preannunciato almeno un anno di intensa attività pubblicitaria per convincere gli italiani riguardo ai vantaggi e alla necessità del nucleare. Purtroppo come non mai il tycoon di Mediaset, quello con il più alto e grave conflitto d’interessi del mondo che mette a rischio i principi base democratici e liberali con il suo punto di forza il monopolio/oligopolio dei mezzi della comunicazione non era mai stato più sincero. I nuclearisti sono già partiti all’attacco.

Come riportato da Bruno Ballardini su “Il Fatto Quotidiano” oggi, “ve lo ricordate Chicco Testa, quello che voleva spaccare la faccia al geologo Mario Tozzi in diretta a “Cominciamo bene”? Insomma, l’ex presidente di Legambiente diventato poi presidente del Consiglio d’Amministrazione di Acea, poi di Enel, e infine managing director del gruppo Rothschild e convinto nuclearista? Oggi ha messo su un blog dal titolo furbetto (Newclear.it, si pronuncia come “nucleare” ma è composto dalle parole “nuovo” e “pulito”) ed è a capo del Forum Nucleare Italiano, “un’associazione no-profit che vuole contribuire, come soggetto attivo, alla ripresa del dibattito pubblico sullo sviluppo dell’energia nucleare in Italia”, oltre che “favorire una più ampia e approfondita conoscenza dell’opzione nucleare e delle sue implicazioni come condizione indispensabile di un confronto non pregiudiziale su questo tema. Insomma, perché fate i cattivoni e abolite il nucleare con un referendum? Parliamone ancora dai, magari “con pacatezza”, come dice il sito dell’associazione, riportando tutto al bon ton tanto in voga in queste ultime stagioni politiche. Ebbene alla fine, dai e dai, lo spot è uscito:

Analizzando lo spot le associazioni mentali che suscita la partita a scacchi, come nell’analisi di Bruno Ballardini, “non giocano tutte a favore del cittadino. Sembrerebbe che, comunque vada, qualunque scelta si faccia, perderemo sempre. Oppure che sarà un’eterna partita a scacchi il cui esito si avrà soltanto quando qualcuno ci spiegherà che sono più i vantaggi che gli svantaggi. E bene fa Chicco Testa a prenderla così alla larga, perché diverse indagini giornalistiche hanno dimostrato che il nucleare non è solo dannoso, ma anche inutile, come ad esempio l’ottimo servizio di Riccardo Iacona andato in onda su Rai3 il 19 settembre scorso”.

Comunque sia di fatto la campagna pubblicitaria per il nucleare è partita. E’ sicuro che “gli spot non servono a far cambiare opinione (questo lo credono solo i politici che infatti li usano impropriamente), per fare quello occorrono altri mezzi”. Ma l’obiettivo è un altro, lo spot serve ad attirare l’attenzione su un Forum dove “favorire il dibattito”. Come ci spiega il professore Ballardini, “una strategia molto abile, tipica delle azioni di lobbying delle Public Relations, perché in questo caso il dibattito serve solo a far credere ai cittadini che abbiano ancora una voce in capitolo, tanto ormai il Governo ha deciso”. Azione tipica delle strategie di public relation che “per fare opinione pagano giornalisti e organizzano convegni (oppure, risparmiando, si mette su un bel forum su Internet), poi alcuni operatori mischiati alla platea, apparentemente dei partecipanti qualsiasi, orientano il dibattito facendo domande e interventi ad hoc per dirottare l’opinione della massa in una certa direzione”.

Ecco che nell’era berlusconiana i Pr “fanno i cani da pastore con il gregge delle pecore” e da veri manipolatori agiscono “nell’ombra, in modo losco, al di fuori di qualsiasi etica professionale” dirottando le opinioni, in questo caso specifico pro-nucleari. Per seguire questa strategia – secondo il professor Ballardini – “è evidente che la campagna pubblicitaria serva solo come “buttadentro” per invitare gli allocchi a partecipare al Forum su Internet. E’ il modo berlusconiano di intendere la democrazia: una competizione in cui vince la maggioranza e per ottenerla basta usare i media manipolando l’opinione della gente e decretando infine che “così  ha voluto la vox populi”. Questo significa che sono perfettamente consapevoli del fatto che se si rifacesse il referendum oggi, il risultato sarebbe ancora una volta uno scacco matto, ma non a noi: al governo”.

Un’ultima considerazione che però non ci deve far dormire adagiati sugli allori. La strategia comunicativa berlusconiana è stata sempre sottovalutata dalla sinistra italiana e i rischi non percepiti e mai compresi a fondo.
La parte d’informazione omessa in questi casi è molto più importante e rilevante di quella che viene comunicata. Per il nucleare la comunicazione continuerà sull’uso di testimonial (Umberto Veronesi un esempio?) e sulla pubblicità tradizionale. Perché i primi hanno l’autorevolezza scientifica necessaria per persuadere, mentre la seconda è lo strumento perfetto in una logica mono-direzionale: permette di far passare soltanto il messaggio stabilito, omette tutto il resto e impedisce contro-argomentazioni.

Quello che non ha ancora capito la sinistra ecologista è che, come sostiene anche Vanni Codeluppi, sul mercato non competono prodotti (in senso astratto, anche partiti, ideologie, persone) ma messaggi. E alla fine passa soltanto quello che convince di più e che è rilevante per il pubblico. Un’altra cosa che la sinistra non ha capito è l’opposizione fra verità e credibilità. In comunicazione non basta soltanto la prima o la seconda. Servono tutte e due.

Purtroppo le parole di Bruno Ballardini non vanno prese come una lezione sulla comunicazione, ma vanno rielaborate nella sua riflessione: “se la destra usa gli strumenti della comunicazione in modo teppistico, la sinistra non ha proprio gli strumenti culturali per difenderci da questo. Dobbiamo trovarli noi. Altrimenti il destino del Paese sarà sempre di più in mano alle Pr, intese sia come “persuasori occulti”, sia come ragazzotte da discoteca”. E temi come il nucleare in mano alle Pr in mano al potere economico finanziario che le stipendia sarebbe un disastro senza strumenti culturali di difesa.

Lascia un commento